
11 Ott Quanto conta la sanificazione? Quello che abbiamo imparato dalla pandemia
Il 2020 è stato un anno particolarmente complicato per la vita quotidiana, l’economia e le aziende italiane, ma ha anche fatto emergere in maniera evidente quanto siamo esposti a organismi invisibili e quanto l’igiene sia importante per salvaguardare la propria salute.
In Italia il virus ha colto tutti impreparati, la maggior parte degli ambienti di lavoro, infatti, si è rivelata poco salubre e perfetta per far proliferare il virus e consentirne la trasmissione. Ambienti chiusi, con sistemi di areazione senza filtri, dove la pulizia era di tipo superficiale, quindi solo con prodotti chimici a diretto contatto di superfici e finestre, più attenta all’aspetto visivo che al reale aspetto igienico.
Anche le aree industriali, percepite come più sicure grazie alle ampie superfici, si sono dimostrate ambienti insicuri per quanto riguarda la trasmissione di malattie aree. Soprattutto negli ambienti affollati, soprattutto quelli aperti al pubblico, è stato subito evidente come ci fosse un’enorme discrepanza tra le abitudini precedenti e le reali necessità di pulizia per evitare un contagio.
Che si tratti infatti di sale d’attesa, uffici, zone relax, fabbriche e bagni, le pulizie sono sempre state svolte senza pensare realmente alla quantità di microrganismi e al loro modo di riprodursi e annidarsi.
L’ambiente sanificato
Un ambiente davvero pulito deve essere sanificato e igienizzato con strumenti e prodotti adeguati che non si fermino solo all’idea di pulizia di superfici e pavimenti visibile all’occhio umano, ma che tenga conto specificamente delle modalità di eliminazione di virus e batteri.
Anche se un ufficio non richiede il livello di igienizzazione quotidiana di un ospedale, è comunque bene avere presente che si tratta di uno spazio dove stazionano molte persone per lungo periodo, che la ventilazione, soprattutto in inverno, è scarsa, e che quindi la possibilità di proliferazione di virus, batteri e funghi è particolarmente alta.
Dove non arriva la pulizia ordinaria
Negli ambienti di lavoro la pulizia ordinaria non raggiunge il livello di igiene della sanificazione vera e propria, i motivi sono molti. Innanzitutto, con la pulizia normale non si possono raggiungere tutte le intercapedini e le zone di nicchia presenti nelle stanze, quindi restano germi e batteri nelle aree meno visibili.
I detergenti utilizzati sono spesso molto aggressivi, oltre a rovinare gli arredi, nel lungo periodo possono creare fastidi respiratori e nonostante questo non essere comunque all’altezza di un’igienizzazione professionale.
Soffitti, controsoffitti e pareti, soprattutto in ambienti dove l’umidità è elevata diventano habitat perfetti per la proliferazione di germi e virus perché non vengono assolutamente toccati nelle pulizie quotidiane. Infine, le bocchette di aspirazione dell’aria e gli apparecchi di riscaldamento, questo significa che polvere, germi e batteri si annidano proprio dove passa l’aria pulita e si diffondono nell’ambiente restando nel ricircolo dell’aria.
Quali problemi causa l’assenza di sanificazione
L’assenza di una sanificazione periodica degli ambienti porta a diversi problemi, innanzitutto è un rischio per la diffusione di virus come il covid-19 ha dimostrato, a prescindere dalla distanza tenuta tra le persone, in quanto i droplet rilasciati con la respirazione, negli ambienti chiusi rimangono sospesi a lungo e si reimmettono nel ricircolo se non si utilizzano i filtri Hepa.
Oltre ai rischi più immediati di ammalarsi con specifici virus, il rischio più comune di vivere in un ambiente insalubre perché non igienizzato ma molto frequentato da diverse persone, è quello di sviluppare patologie respiratorie come asma e allergia alla polvere o ai pollini a causa dei residui annidati in giunture, intercapedini, soffitti, controsoffitti, pareti e sistemi di aerazione.
Inoltre, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti umidi, sia per motivi legati all’attività che vi viene svolta, sia per il clima della zona, si pone il problema delle muffe, che possono creare problemi di salute anche gravi alle vie respiratorie.
Non solo agli esseri umani però può creare problemi, infatti il rischio di ambienti insalubri è anche quello di rovinare i prodotti che vi vengono fabbricati all’interno, che si tratti di produzioni alimentari, o di altre tipologie che possono risentire della carica batterica o delle muffe nell’ambiente.
Una scelta conveniente
Molte persone scelgono di non fare la sanificazione periodica per risparmiare su quella che viene tutto sommato considerata una spesa non necessaria. Quello che il 2020 ci ha insegnato però, è che un ambiente insalubre costituisce un rischio molto maggiore, il cui costo diventa esorbitante quando i problemi di salute coinvolgono molti dipendenti.
Va considerato infatti, che se i dipendenti si ammalano di frequente, anche non per un virus particolarmente nuovo, ma per asme, riniti e altre problematiche respiratorie, la qualità del lavoro ne risente e la spesa finale è molto più elevata rispetto alla sanificazione periodica.
Il rischio di ambienti poco salubri e percepiti tali anche dai dipendenti è anche quello di avere un turnover più elevato, con conseguente aumento del costo per dipendente e perdita di tempo in formazione e transizione tra mansioni. La scelta di sanificare è quindi lungimirante dal punto di vista economico e può creare anche un migliore ambiente lavorativo.
Ogni quanto fare una igienizzazione degli ambienti
L’igienizzazione degli ambienti dovrebbe essere periodica e regolare, di modo che virus, batteri, funghi e muffe non abbiano il tempo sufficiente per riprodursi e proliferare. La sanificazione serve quindi a spegnere l’attività batterica, virale o la crescita di muffe, riportando l’ambiente a zona sterile.
La frequenza può essere differente in base al tipo di ambiente e al livello di rischio, ad esempio per degli uffici che non sono aperti al pubblico e non vi è nessuna produzione, la sanificazione può essere fatta una volta al mese. In ambienti umidi, molto frequentati o con produzioni delicate e alimentari, sarebbe preferibile effettuare l’igienizzazione più spesso, ad esempio una volta ogni due settimane.
Durante l’inverno, quando i sistemi di condizionamento sono l’unica fonte di ricambio dell’aria, è meglio aumentare la frequenza arrivando ad una volta alla settimana, soprattutto se si tratta di ambienti affollati.
Lo stesso tipo di discorso vale invece per quegli ambienti umidi che risentono in particolare del clima molto caldo dove il rischio è la proliferazione di batteri e muffe, in questo caso la sanificazione andrà fatta con più frequenza nelle stagioni umide.
A chi rivolgersi
Gensec Italia svolge diverse tipologie di sanificazione; una di queste viene svolta attraverso l’utilizzo di nebulizzatori con all’interno i prodotti specifici per la sanificazione degli ambienti. Questa procedura permette di trattare ampie aree in tempi rapidi e consiste in una micronizzazione molto fine che non bagna le superfici ma si diffonde in modo completo nell’ambiente.
I prodotti utilizzati vengono distribuiti con le modalità previste dalle schede tecniche e di sicurezza e secondo procedure standard dai tecnici di Gensec Italia.
Questa tipologia di sanificazione, vista la rapidità di sviluppo dei microrganismi, è consigliata almeno una volta al mese, sia a scopo preventivo che a scopo curativo in caso di carica batterica. I trattamenti di sanificazione agiscono sulle superfici in un’unica operazione e in breve tempo. Non irritano occhi e pelle, non emanano vapori tossici o odori sgradevoli.