
13 Ago Tempo di vacanze: i diritti e doveri dei dipendenti
Come abbiamo recentemente sottolineato, il lavoro non può essere considerato solamente un insieme di processi meccanici. Svolgere in modo corretto la propria mansione all’interno di un’azienda, piccola o grande che sia, è certamente uno dei doveri a cui il dipendente deve adempiere.
Il conosciutissimo detto “prima il dovere e poi il piacere” non è mai stato così veritiero: sono molte le regole da rispettare per il miglioramento del welfare aziendale ed è compito del datore di lavoro premiare i propri impiegati con riconoscenza.
Le ferie: che cosa sono e quanto possono durare
Per gratificare i dipendenti e riconoscere loro un’adeguata alternanza tra lavoro e tempo libero è stato introdotto il concetto di ferie mediante l’articolo 36 – 3° comma della Costituzione, che esplicita il diritto annuale di riposo, non inferiore a quattro settimane l’anno.
Si possono distinguere tre periodi differenti di ferie:
– Il primo, avente una durata di circa due settimane, da esaurirsi senza interruzione e su richiesta del lavoratore
– Il secondo, della medesima durata del precedente, indispensabile per il completamento delle quattro settimane obbligatorie previste dalla normativa in vigore. I giorni di riposo, in questo caso, possono anche essere distribuiti durante il corso dell’anno
– Un eventuale terzo periodo, non obbligatorio come i sopraelencati. Si parla, infatti, di una tipologia prevista da contratto: durante la sottoscrizione è possibile decidere di estendere il periodo di ferie rispetto alle quattro settimane obbligatorie ma non ridurlo.
Le ferie maturano nel corso del rapporto, anche se questo ha una durata complessiva inferiore ad un anno o è semplicemente un periodo di prova. È importante ricordare che i giorni non sono cumulabili.
L’obbligo di concedere le ferie retribuite non riguarda solo le imprese ma anche ai datori di lavoro individuali. Il diritto è riconosciuto a tutti i lavori, anche ai soggetti impiegati nei lavori socialmente utili, nelle mansioni di pubblica utilità e nei progetti di inserimento professionale.
Con la D.lgs. 8 aprile 2003, è stato introdotto in Italia il divieto di monetizzare le ferie: il dipendente infatti non può accordarsi con il datore di lavoro per trasformare in retribuzione i giorni “non utilizzati”, “salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro”.
La scelta dei giorni può risultare complessa?
Il riposo è certamente un bisogno da soddisfare, ma è necessario che le ferie siano organizzate opportunamente al fine di essere compatibili con le esigenze dell’impresa. Per questo, l’esatta indicazione del periodo feriale compete unicamente al datore di lavoro. Egli infatti è tenuto a:
– tenere conto delle esigenze psicofisiche del lavoratore (art. 2109 codice civile)
– comunicare al dipendente il periodo di riposo stabilito, in modo da consentire un’organizzazione efficiente
Pertanto, è illegittima la determinazione del periodo feriale da parte del datore di lavoro nel momento in cui:
– non venga tenuto conto degli interessi dei lavoratori e non vi siano comprovate esigenze organizzative aziendali
– non sia salvaguardata la funzione fondamentale delle ferie, ossia di consentire al lavoratore la reintegrazione delle energie psicofisiche
Cosa si rischia? Qualora il datore di lavoro decida di non rispettare la normativa, è punibile mediante una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 600 euro. Se la violazione dovesse riferirsi a più di cinque lavoratori ammonta dai 400 a 1.500 euro. Nel caso in cui riguardasse più di dieci dipendenti ha un valore complessivo da 800 a 4.500 euro e non è ammesso il pagamento in misura ridotta.
Maturazione delle ferie durante le assenze
La maturazione delle ferie è strettamente interconnessa all’effettiva prestazione di lavoro, ma è prevista anche contestualmente a determinati periodi di assenza. Tra questi si segnalano:
- La mancata presenza a causa di congedo di maternità, paternità e matrimoniale
- L’infortunio sul lavoro
- La malattia
- Gli incarichi presso i seggi elettorali
Le ferie non maturano, invece, durante:
- L’assenza per malattia e infortunio oltre il periodo di comporto
- L’assenza per malattia dei figli e congedo parentale
- L’aspettativa sindacale per cariche elettive
- Lo sciopero
- Il servizio militare
- Il periodo di preavviso non lavorato
- La sospensione dal lavoro con ricorso alla Cassa Integrazione a zero ore
I periodi di riposo sono un diritto e dovere del dipendente: organizzarsi al meglio per effettuare una corretta rotazione del personale è invece compito dell’azienda.